mercoledì 8 febbraio 2017

Guardare al futuro

Sono tornata dopo circa un anno e mezzo al Pascia, il ristorante di Invorio (Novara) dello chef Paolo Gatta, accompagnato in sala dalla sorella sommelier Erica Gatta (avevo inaugurato il blog parlando di questo ristorante).
Dall’8 febbraio (oggi) il sito rinnovato espone e spiega quali scelte ha deciso di approfondire, da oltre un anno a questa parte, questo giovane chef che dichiara di non lavorare per ottenere un’altra stella Michelin (che fa piacere, eccome! anche se Sabrina Giannini ci ha ben spiegato quali motivazioni stiano dietro a questa onorificenza), bensì perché convinto che la cucina del futuro sia priva di proteine animali, per la salute nostra e dell’ambiente.
Attingendo alla macrobiotica, alle norme ayurvediche, ai consigli alimentari dell’oncologo Franco Berrino, Paolo Gatta inventa una cucina – posso dirlo? – meravigliosa, per quel che mi concerne. Qualche latticino e uova, almeno per i dolci, ma chi ha assaggiato il dessert conferma che si tratta di ‘dolci non dolci’.
La levatura di questa cucina è sopraffina, e se nelle precedenti occasioni non avevamo avuto alcuna difficoltà a mangiare vegetariano, ora il ristorante è solo per vegetariani: ma guai a dirlo! Tanto è ancora diffuso il pregiudizio su questa cucina. Provate, se volete, a regalare un buono per una cena a amici per nulla o poco convinti e si ricrederanno. Ma soprattutto provatela voi. Mettete da parte un gruzzoletto: non ve ne pentirete.
Sul menu ci si fa un’idea di cosa si assaggerà, ma non è poi così importante: la combinazione della serata si basa sulla disponibilità dei prodotti freschi (biologici) e dall’estro dello chef che prepara tutto al momento. Perché sono solo nomi inventati, quelli sulla carta. Si comincia ad assaggiare e si viene invitati a dire basta quando si giunge a sazietà. Peccato non terminare l'intera degustazione: la prossima volta partiremo dalla metà per arrivare alla conclusione del percorso.
Il sito web: Ristorante Pascia

In apertura zenzero e limone per “aprire” lo stomaco e favorire la digestione.
Nell'oliera olio di sesamo. Lo chef estrae dai semi oleosi gli oli che accompagnano i piatti.
Il consommé con broccolo, chou con latte fermentato e germogli (crescione, fieno greco).
Verdure cotte a freddo, un lungo procedimento che mantiene le proprietà del cibo. Servite con crema di topinambur e olio di semi di zucca.

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