mercoledì 15 luglio 2015

Sumac!

Finalmente sumac!
Saranno due anni che lo cerco; i negozi etnici hanno prodotti di alcune aree geografiche: Latinoamerica, Africa mediterranea e qualcosa dell'Africa centrale, Sri Lanka, Bangladesh, un po' di India, Cina. Questa spezia della cucina libanese (e dintorni) non si riesce proprio a trovare nel paesotto dove vivo. Mi sono fatta forza e sono entrata anche in una macelleria (egiziana), ma niente. Ho assaggiato questa spezia in un ristorante a Milano e non immaginavo sarebbe stato così difficile procurarsela.
Magie di internet e eterna gratitudine a chi me l'ha fatta arrivare dalla Francia.
Aspettavo il pacchetto da una decina di giorni; per propiziarne l'arrivo ieri ho preparato del baba ghannouj - così, è stata un'ispirazione, la vaga percezione che l'Imperscrutabile Ingranaggio delle Poste stava per compiere il suo lavoro.

wikipedia

alterafrica

martedì 14 luglio 2015

Latte in polvere

Dopo aver firmato la petizione (Il formaggio si fa con il latte!) promossa da Slow Food, ho pensato di andare a vedere un po' questa questione del latte in polvere e, come d'abitudine, si scopre che già ce lo rifilano in mille modi.
La Commissione Europea sollecita la modifica della legge italiana n° 138 del 1974, che vieta l’utilizzo di derivati del latte per la produzione di latticini.
Ora abbiamo la soluzione buona per tutto: l'etichettatura, che permette al consumatore di fare scelte consapevoli. Mi va benone, ma vorrei sapere quanti siamo a leggere le etichette - quando vedo i carrelli della spesa al supermercato il più delle volte mi scoraggio.
Del latte in polvere si dice che «Dal punto di vista nutrizionale, qualche differenza c'è, anche se minima. “La quantità di grassi, proteine e zuccheri è la stessa - spiega Silano [direttore del reparto alimentazione e nutrizione dell'Istituto superiore di sanità n.d.r.] – ma è vero che il processo di disitratazione potrebbe modificare la struttura delle proteine e vitamine”.» (in particolare la vitamina A e la vitamina D). A mio parere la questione non è solo la sicurezza alimentare, ma il mercato, unico regolatore della produzione, di certo non neutrale. Infatti chi produce latte in polvere? La Nuova Zelanda (mica lo sapevo), la Nestlé, la Belgomilk e naturalmente i cinesi. Quindi parliamo anche di latte in polvere alla melammina, che nel 2008 ha causato in Cina la morte di alcuni bambini, e della sostituzione dell'allattamento al seno soprattutto in paesi poveri, dove la vendita di latte in polvere a basso costo (e di altri prodotti, come per esempio i pomodori in scatola) ha inoltre fatto crollare il mercato locale.
Il latte, quello liquido, non è tutto uguale, le sue componenti variano secondo il periodo di allattamento, l'animale, la specie. E naturalmente l'alimentazione e dell'animale e le cure che subisce.

Succederà forse che si alzeranno ancora i prezzi dei prodotti che hanno un disciplinare - DOP, IGP - una volta messa in bella vista questa disputa sulla libera circolazione delle merci all'interno dell'UE. Le 'eccellenze' (non se ne può più) da una parte e cibo industriale per quelli che non possono permettersele.

La petizione Il formaggio si fa con il latte! (Slow Food).

Formaggio senza latte. Lo chiede l'Unione Europea. È l’ennesima storiella di Coldiretti. Ecco cosa vuole davvero la Commissione. Nessuna imposizione. I latticini con latte in polvere li consumiamo tutti i giorni (Il fatto alimentare).

I "formaggi senza latte"? Li compriamo ogni giorno. Da anni ("L'Espresso").

Formaggio o bufala? (Linkiesta).

Da ok a polvere di latte addio a 35 formaggi tipici Made in Tuscany (Coldiretti Toscana).

E a proposito: Grom non è gelato artigianale (Gambero Rosso).

lunedì 13 luglio 2015

In vacanza

Ovvero l'arte di arrangiarsi con quel che c'è.
Alberghi e pensioni, vade retro! Se posso, a me piace avere sempre una cucina a portata di mano, anche solo per bere un bicchiere di vino e allestire un piccolo aperitivo (cioè evitare di ingurgitare qualche orrendo cocktail pagandolo comunque troppo e per di più stretta in assedio dalla turba dei villeggianti).
Vero è che significa partire con un armamentario spropositato che manco traslocassi, però così evito perfino di usare i tovaglioli di carta (quanta spazzatura produciamo?), ma inevitabilmente sempre sguarnita di attrezzature e utensili e arnesi vari - tranne gli indispensabili: borse riutilizzabili per la spesa, tappi per bottiglie lasciate a metà (evento raro), coltellino tipo svizzero con cavatappi, apribottiglie eccetera, laccetti per chiudere sacchetti e qualche sacchetto mille volte riutilizzato (per avanzi di cibo che potrebbero seriamente compromettere il decoro della vostra borsa).
Tutto questo potrebbe creare qualche problema se vi state dirigendo all'aeroporto, ma se in due o tre ore di macchina arrivate a destinazione, allora si può fare.
E non è che in vacanza uno si mette a cucinare piatti elaborati - però si mette in viaggio con quegli alimenti deperibili che davvero non è possibile abbandonare nel frigorifero, nemmeno per una settimana. E se vi hanno regalato una discreta quantità di fiori di zucca, bisogna inventarsi qualcosa.